
All’interno della splendida cornice di Cividale del Friuli, ospiti di Mittelyoung 2023, Sabato 20 maggio 2023 Rete Critica ha potuto confrontarsi mettendo in relazione i suoi sguardi da tutta Italia, con la solita varietà di sensibilità e progettualità che la caratterizza.
Sono state segnalate 12 realtà molto differenti tra di loro. C’è la periferia under 35 rappresentata da tre progetti: Usine Baug, collettivo che dal 2018 si è caratterizzato da un teatro a tensione civile in cui ogni passaggio creativo e amministrativo prevede in consenso unanime del gruppo. BTTF Festival, gruppo milanese a direzione under 30 che cerca di attrarre i giovani della periferia mettendo in scena le loro problematiche generazionali. Arti fragili è invece una compagnia triestina che ha sviluppato una intensa attività laboratoriale sul territorio, elaborando le proprie drammaturgie partendo da un dialogo orizzontale con la cittadinanza.

Come sguardo sul circo contemporaneo è stato segnalato Quattrox4, che nel loro spazio nel quartiere di Precotto a Milano insegnano a bambini e adulti le arti circensi oltre a tenere due festival di cui uno in particolare (“Fuori Asse Focus”) si occupa proprio della promulgazione del circo contemporaneo tramite anche la partecipazione di critici in dialogo con gli spettatori. A Reggio Calabria invece viene segnalato il “Primavera MedFest”, la prima vera proposta di teatro contemporaneo per i ragazzi di Reggio, composto da vari laboratori non solo di teatro e con una forte propensione ecologista. Sempre tra i festival c’è il “GeA” (Gioiosa et amorosa) giovane realtà trevigiana che sta cercando di rielaborare l’offerta teatrale contemporanea in città valorizzando le realtà professionali, le loro drammaturgie originali sono legate al rapporto quotidiano con il territorio tramite dei laboratori creativi.
Sempre nell’ambito delle relazioni con la cittadinanza nasce nel 2016 la compagnia lombarda Domesticalchimia, con un vero e proprio teatro-inchiesta che si avvale dei temi che emergono dal quotidiano. Il quotidiano pervade anche le drammaturgie di Farmacia Zooè, progetto che a sede a Mestre dal 2006 dove gestisce lo Spazio Farma, con uno stile visivo caratterizzato da set minimali e videoproiezioni e la centralità del corpo. Sui corpi, ma in senso decisamente plurale, ragiona anche il Teatro delle bambole, compagnia con sede a Napoli che si confrontano con a grande tradizione delle arti performative prendendo fortemente ispirazione dal “Teatro delle Orge e dei Misteri” di Hermann Nitsch.

Un altro progetto che porta la cifra ecologista è sicuramente Fabbrica dello zucchero, spazio multidisciplinare sul contemporaneo a Rovigo che organizza il festival “Tensioni”, incentrato per ogni edizione nel ricercare temi che emergono dalle fratture del contemporaneo. Nel mondo più “sotterraneo” sono state segnalate due realtà molto differenti tra loro: Chiara Verzola, attrice e autrice dalla formazione musicale applicata alle arti performative, che sperimenta da almeno 10 anni i confini tra musica e teatro, e Teatro della Contraddizione, sede storica di tanto teatro sperimentale italiano a Milano, sopravvissuto alla pandemia grazie unicamente al supporto del territorio, dimostrando che sebbene i metodi da piccola realtà underground, abbia creato un interesse attorno a sé che non ristagna nella nostalgia.
All’incontro hanno partecipato Roberto Canziani, Elena Scolari, Simone Pacini, Giambattista Marchetto, Alice Strazzi, Matteo Valentini e Giuseppe Dilorenzo per Rete Critica, il direttore di Mittelyoung Giacomo Pedini oltre ad alcuni operatori del Friuli-Venezia Giulia e dello staff del festival.
(gdl)